
Mastoplastica Additiva Ascellare
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Mastoplastica Additiva Ascellare
Questo è stato il mio reale primo progetto professionale dopo la specializzazione. In Brasile esistono due scuole di pensiero sull’incisione da praticare per la mastoplastica additiva. Agli inizi degli anni 2000 la maggior parte erano favorevoli ad una incisione sottomammaria, altri tra cui il Prof. Pedro Martins Primario del servizio di chirurgia plastica della Università Pontificia Cattolica di Porto Alegre dove io mi sono specializzato erano propensi per un incisione periareolare. La diatriba verteva su una incisione sottomammaria più fisiologica e meno traumatica per le strutture interne, ma più visibile ed una incisione periareolare sicuramente meglio mascherabile esteticamente, ma che comportava un attraversamento della ghiandola mammaria. In quel periodo, incuriositi dalle novità io insieme ad altri specializzandi andammo a vedere la tecnica usata dalla Prof.ssa Ruth Graf che in Brasile all’epoca era forse la vera fautrice della tecnica di mastoplastica additiva con incisione ascellare. Il problema era che quella tecnica prevedeva l’uso dell’endoscopio, apparecchio costoso e che rallentava molto i tempi chirurgici, con maggiori spese di sala operatoria, che si riflettevano sui costi finali per le pazienti. Fu allora che andammo alla ricerca di operatori che utilizzavano questo accesso senza utilizzo dell’endoscopio e alla fine dopo aver visto all’opera una cinquantina di operatori differenti, molti di questi statunitensi, decisi autonomamente di iniziare ad utilizzare questa tecnica. Devo dire che mi trovai subito bene, con la mastoplastica additiva ascellare, specie per i risultati che ottenevo tanto da avere subito molta richiesta da parte delle stesse pazienti.
A metà degli anni duemila, la mia preferenza mi portava ad eseguire la metà degli interventi di mastoplastica additiva con incisione periareolare secondo scuola e la metà per via ascellare. Tuttavia andando a ricontrollare le casistiche mi resi conto che le problematiche che avevo avuto con l’accesso ascellare erano di gran lunga inferiori rispetto a quelle che avevo avuto negli ultimi anni utilizzando gli altri accessi. Questa situazione associata alla sempre maggiore richiesta della mastoplastica addtiva per via ascellare da parte delle pazienti grazie al passaparola che si era creato negli anni su Roma hanno fatto si che alla fine degli anni duemila praticamente il 99% delle mie mastoplastiche additive erano fatte utilizzando l’accesso ascellare. Attualmente rimango comunque convinto che questa sia la migliore tecnica in assoluto per eseguire una mastoplastica additiva e non presenti svantaggi ma solo dei vantaggi rispetto agli altri accessi. Ad esempio nella incisione sottomammaria con collocazione delle protesi sottomuscolari bisogna comunque tagliare il muscolo (vedi tecnica dual plane) mentre nella incisione ascellare questo non avviene perché la protesi può essere collocata direttamente sotto il muscolo passando sotto il cavo ascellare anteriore e ancora rispetto alla incisione periareolare che presenta gli inconvenienti del passaggio attraverso la ghiandola e la possibilità di alterazione della sensibilità dell’areola e del capezzolo, presenta il il vantaggio di non alterare la sensibilità del capezzolo e di non danneggiare la ghiandola mammaria.
Oggi credo di aver fatto un ulteriore passo in avanti. In pratica i miei interventi di mastoplastica additiva rimangono prevalentemente con accesso ascellare, tuttavia in alcuni casi particolari come ad esempio nei toraci molto lunghi in cui il controllo dell’altezza del solco sottomammario diventa davvero difficile dall’accesso ascellare, nei casi di mammelle tuberose o ancora in presenza di solchi sottomammari molto asimmetrici utilizzo tecniche alternative con incisioni sottomammarie o periareolari scelte secondo i casi specifici.
Mastoplastica Additiva Ascellare
Date
December 13, 2014